quando si vuole dare in affitto solo 1 camera del proprio appartamento, quali regole si devono seguire


Se hai una camera disponibile nel tuo appartamento e vorresti arrotondare un poì affittandola ad un coinquilino, devi innanzitutto conoscere le regole che bisogna seguire per poterlo fare.

 

Anzitutto diciamo che affittare una camera è una pratica legale, ovviamente vanno seguite elle regole ben precise come quella di firmare un contratto e quella di dichiarare il guadagno che si ottiente con la locazione della camera. Per saperne di più si consiglia la lettura degli articoli n.431 del 9/12/98 e 1571 del Codice Civile.

 

Successivamente si passa alla vera e propria sistemazione della camera in base sia alle proprie esigenze, sia, eventualmente, a quelle della persona che verrà ad occuparla. Si può scegliere se ammobiliare o meno la camera, quali servizi offrire (telefono, internet, TV) e informarsi su alcune leggi speciali per alcuni comuni (soprattutto per quelli turistici). Va segnalata la classe energetica dell'appartamento e in alcuni casi (dipendenti dalle leggi di ciascuna singola regione) va fornito l'attestato di certificazione energetica.

 

Ecco quindi che si passa alla fase della ricerca del cliente; in che modo? Ovviamente molteplici, si va dalla segnalazione sui principali siti del settore, al contatto con le agenzie immobiliari.

 

Una volta trovato il locatario, si arriva quindi alla firma del contratto vero e proprio con l'accortezza di seguire in maniera precisa le varie normative al riguardo.

 

I contratti possono essere di vari tipi:

 

- nel caso di contratti inferiori ai 28 giorni è sufficiente una scrittura privata, questa tipologia di contratti però può essere utilizzata al massimo per 9 mesi dell'anno, i restanti 3 si debbono utilizzare necessariamente altre tipologie di contratto.

- nel caso di durate superiori ci sono varie possibilità: contratto transitorio, contratto 4 + 4, contratto 3 + 2.

 

Per quanto riguarda poi la dichiarazione dei redditi ci sono 2 possibilità: l'imposta di registro o la cedolare secca. Con l'imposta di registro il proprietario versa il 2% del canone annuo, moltiplicandolo per le annualità previste dal contratto aggiungendo l’imposta sul bollo in allegato; nella cedolare secca si applica una imposta sostitutiva dell'IRPEF al canone annuo.